L’Europa teme l’effetto domino di Brexit
Internazionale. Per la stampa estera è “lo shock della storia contemporanea del Vecchio Continente”
di Giuseppe Malatesta
Senza slancio. Ancora l’Europa sotto la lente di ingrandimento di Internazionale, nel corso dell’incontro al Teatro Nuovo “Come reagire alla crisi del progetto europeo”. Un dibattito che ha raccolto le opinioni di Beatrice Covassi, Will Hutton, Natalie Nougayrede e Daniel Smilov, rispettivamente in rappresentanza della Commissione Ue, docente di scienze politiche all’università di Sofia, penna di ‘The Observer’ e firma di ‘The Guardian’.
Brexit inevitabilmente al centro dell’attenzione della tavola rotonda, con “lo shock della storia contemporanea europea” che stimola le posizioni forti di Hutton, il quale prevede un “periodo durissimo preceduto da uno ancora peggiore che non ha portato i vantaggi sperati, anzi – fa notare – ha posto una distanza apparentemente pericolosa tra la Gran Bretagna e gli stati ancora in Europa. Ci odiamo a vicenda, tra sentimenti xenofobici e antibritannici in continua collisione”.
All’orizzonte un futuro per niente sereno, visione che trova d’accordo anche la collega francese. “Credo che presto la battaglia si sposterà in Francia, vedo una nube nerissima”, ha commentato Nougayrede. “Doveva essere garantito un futuro migliore del passato: non doveva finire in questo modo – riprende Hutton – ma spero almeno che il percorso britannico convinca tanti euroscettici a non fare lo stesso errore. Tra l’altro molti conservatori inglesi stanno aprendo gli occhi su quella che, aldilà di crisi politica, sembra essere il preambolo di una guerra civile nei partiti della destra”.
‘No Exit’. E’ il messaggio che lancia Hutton, “malgrado tutte le imperfezioni che possono apparentemente dividere gli Stati Ue, concentratevi sui valori condivisi e lavorate insieme, non fate quello che hanno fatto gli inglesi”.
Sollecitata da Adriana Cerretelli (Il Sole 24 ore), moderatrice del forum, anche Covassi formula il suo messaggio, istituzionale e volto a evidenziare quanto ancora l’Ue possa dare ai suoi stati membri. “Cerchiamo di prenderla in modo realistico, intervenendo su questi temi impegnativi convinti che si possa e si debba fare qualcosa” riporta, ed elenca misure comunitarie concrete di imminente attuazione, tra cui la guardia costiera e frontaliera (“approvata in tempi record, soli 9 mesi che sono per noi un tempo sconvolgente”), i primi passi verso un fondo di difesa comune, le proposte sul ‘Corpo europeo di solidarietà’ destinato agli under 30.
Covassi sottolinea anche il “buon traguardo dei fondi comunitari per gli investimenti strategici, che stanno dando i frutti anche in Italia, con 13 miliardi già sbloccati e numerosi accordi quadro per le piccole e medie imprese, che potranno finalmente respirare. Quello che possiamo fare come Commissione lo mettiamo sul tavolo, anche sollecitando Parlamento e Consiglio”.
La finestra resta aperta sul buio, l’effetto domino di Brexit non è affatto scongiurabile e l’Europa, trascinandosi in mezzo ad una politica di austerità diventa essa stessa euroscettica e impopolare – è il quadro di cui resta convinta Cerretelli, ricordando che “i prossimi appuntamenti cruciali sono le tornate elettorali di due grandi Paesi come la Francia e la Germania”.
Pane per la satira, verrebbe da dire alla fine del dibattito che passa la staffetta alle premiazioni di “Una vignetta per l’Europa”, concorso indetto dalla ‘Rappresentanza in Italia della commissione europea’ per applaudire le migliori vignette satiriche dell’anno. Tra i vincitori Niels Bo Bojesen, neanche a dirlo con una produzione a tema Brexit, seguito da Marco Tonus e da Tjeerd Royaards (con Terror Machin). Premiati inoltre Fabio Magnasciutti con Whishlist (premio speciale), Giuseppe la Micela (Le Thraison) con il premio del pubblico, Agim Sulaj (menzione speciale per una Senza Titolo) e Walter Leoni (menzione speciale per il lavoro con la vignetta Trompe l’oeil).
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